AURICOLOTERAPIA

 La chiamano anche agopuntura auricolare, ma ha solo apparenti analogie con quella cinese. Anziché agire su vari punti del corpo per riequilibrare le correnti di energia che percorrono tutto l’organismo, infatti, l’auricoloterapia mediante la stimolazione di determinati punti dell’orecchio è in grado di influenzare specifiche zone del sistema nervoso centrale, che qui trovano la loro rappresentazione, a mobilizzarsi in senso contrario alla patologia, recuperando la loro migliore configurazione omeostasica.

 L’orecchio, dicono gli esperti di questa tecnica terapeutica, in virtù della sua innervazione privilegiata (V-VII-IX-X nervo cranico e plesso cervicale superficiale) è collegato al cervello in modo bidirezionale ed usufruisce        pertanto  di un continuo scambio di informazioni tra orecchio, cervello, organi ed apparati periferici.

Tali evidenze sono state dimostrate con metodiche di indagine scientifica (risonanza magnetica funzionale, EEG, termografie, …). Questi studi sono stati condotti dall’equipe guidata dal Dott.D. Alimi in centri di ricerca collegati all’Università di Medicina di Parigi XI e XIII.

Il Dott. David Alimi è responsabile della docenza presso questi Istituti Universitari ed in Italia, a Torino, egli tiene un corso di lezioni accessibile ai soli medici che da’ loro il diritto di sostenere gli esami,discutere la tesi e conseguire la stessa specialità presso l’Università di Parigi.

L’auricoloterapia non si considera, dunque, una terapia alternativa come l’agopuntura, ma una medicina funzionale basata su una diagnostica e terapia neurofisiologica che esalta le potenzialità e capacità di un medico nel conoscere e capire, secondo i canoni piu’ moderni e scientifici di cui le neuroscienze sono gli interpreti principali,le cause e le origini della patologia. L’auricoloterapia si serve comunemente di punture eseguite con piccoli aghi posti in modo estemporaneo e/o con aghi semipermanenti lasciati a dimora per alcuni giorni. Una novità che il gruppo del Dott. David Alimi sperimenta da alcuni anni nei suoi centri di ricerca e che fra poco tempo potrà in parte soppiantare l’uso dell’ago, è la crioauricoloterapia. Si tratta della stimolazione dei punti di auricoloterapia eseguita con l’ ausilio di un particolare strumento che per mezzo di uno stimolo puntiforme di azoto liquido, procura una superficiale micro ustione da freddo sulla zona trattata. Tale tecnica ha una efficacia simile alla stimolazione fatta con gli aghi e libera il paziente dal fastidio di dover tenere gli aghi semipermanenti infissi nell’orecchio per alcuni giorni. Ed è appunto agendo su uno o più punti specifici, tra gli oltre centocinquanta del padiglione auricolare, che si può stimolare il cervello a rilasciare neurotrasmettitori in grado di migliorare la sensazione di benessere,  favorire l’autoguarigione, ristabilendo la migliore omeostasi . In questo modo, è possibile curare molti sintomi, acuti e cronici, consentendo di diminuire le dosi dei farmaci o addirittura abolirli.

Pare che questo metodo abbia origini antichissime: alcuni storici lo fanno risalire ai cinesi, altri ai persiani o agli egizi. Ma il primo riferimento storico in Europa è legato a un medico portoghese  del 1600 che usava una tecnica simile per la cura della sciatica. Finalmente, verso la fine del 1950, il medico francese Paul Nogier, considerato il padre dell’auricoloterapia attuale, dimostrò che la stimolazione di alcuni punti del padiglione auricolare produce effetti clinici dimostrabili e ripetibili.

IL DR.P.Nogier notò che nell’orecchio è rappresentata come l’immagine del corpo di un neonato a testa in giù e che a ogni sua micro-area ne corrisponde una più grande del corpo umano. Studi e ricerche successivi hanno contribuito, poi, allo sviluppo e alla diffusione del metodo che nel 1987 è stato riconosciuto dall’O.M.S., Organizzazione mondiale della sanità. 

«L’orecchio è come uno schermo tattile collegato all’emisfero cerebrale opposto – spiega il dottor Carlo Ripa, medico sportivo, agopuntore e presidente dell’Associazione italiana di neuro-auricoloterapia. ­–  Ed è così che, stimolando i suoi “tasti”, è possibile agire sui filtri del dolore, se questo è presente, stimolare le zone cerebrali che funzionano poco e  riportare equilibrio negli organi malfunzionanti.

In pratica, l’auricoloterapia è in grado di intervenire su qualsiasi patologia per sconfiggerla o attenuarla. Le vie per favorire la guarigione dei vari organi sono rappresentate dalle numerose strutture nervose centrali e periferiche, ma è comunque nel cervello che avviene la vera azione terapeutica. Per avere la possibilità di una guarigione, è dunque essenziale inviargli il messaggio giusto».

Come avviene una seduta di auricoloterapia?

«Dopo il colloquio preliminare con il paziente e l’esame clinico – prosegue Ripa – il medico è in grado di fare una diagnosi che può essere confermata da un fenomeno particolare: i punti auricolari da stimolare sono facilmente individuabili perché sono ben percepibili quando evidenziano uno stato patologico della zona del corpo che vi corrisponde e, inoltre, la pressione diretta su di essi provoca dolore.

La diagnosi può essere confermata a volte mediante un piccolo dispositivo che serve a evidenziare il potenziale elettrico dei vari punti: in caso di anomalia, quello che corrisponde all’organo o al tessuto sofferente è più alto del normale. Una volta determinati i punti da stimolare, infine, il medico li punge mediante piccoli aghi di 3 mm, sterili e monouso, che nei giorni successivi cadranno da soli dopo aver svolto la propria funzione terapeutica».

In quali casi, dunque, si può ricorrere all’auricoloterapia?

«Questa tecnica può agire praticamente su tutte le patologie tranne tumori, malattie genetiche ed infettive. Tra i suoi principali bersagli ci sono, per esempio: dolori osteoarticolari reumatici, nevralgici o traumatici acuti o cronici, tendinite, sciatica, cefalea, cervicalgia ed herpes zoster; disturbi psicosomatici come gastroduodenite, ipertensione lieve, ansia, stanchezza cronica, stati depressivi leggeri, disturbi del sonno e allergie.. E’ utile nella preparazione e recupero da interventi chirurgici, arreca miglioramenti nelle sequele da patologie vascolari, nel Parkinson associata alla terapia ufficiale di cui permette una certa diminuzione nei dosaggi. Infine, è molto efficace per combattere nausea, vomito, mestruazioni dolorose e disturbi alimentari e della menopausa, ma anche per dimagrire e smettere di fumare. In caso di sovrappeso, infatti, è possibile agire su una zona riflessa dell’ipotalamo, nella zona centrale del cervello tra i due emisferi, per ridurre lo stimolo della fame. In alcuni casi l’auricoloterapia può essere risolutiva: soprattutto se il paziente soffre di dolori acuti, possono bastare due o tre sedute, e a volte perfino una sola, come avviene per esempio nell’indurre fumatori accaniti da decenni ad abbandonare definitivamente le sigarette. In altre situazioni, invece, riesce solo ad attenuare i sintomi».

Il Dott. Alimì afferma che una cura corretta richiede generalmente tre trattamenti. Ogni processo patologico infatti è immagazzinato in tre livelli di memoria: la memoria cellulare, la memoria tissulare e la memoria organica. I trattamenti sono in genere effettuati a tre, quattro settimane di distanza l’ uno dall altro.

L’auricoloterapia viene eseguita in studi medici specializzati.

 E, a parte la sensazione lievemente fastidiosa, solo momentanea, che può provocare in alcune persone più sensibili, è praticamente priva di effetti collaterali. Va solo evitata nei primi sei mesi di gravidanza e nelle donne predisposte all’aborto spontaneo, o quando il padiglione auricolare è interessato da un processo infiammatorio.

Si tratta pertanto di una terapia che comporta una diagnosi medica da cui deriva una terapia che poggia su salde basi neurofisiologiche che mirano a correggerne il malfunzionamento. Deve pertanto essere praticata solo da medici esperti seguendo una procedura che è loro propria e che, con la pratica, non può che rinvigorire e rinfrescare le loro conoscenze.

Per maggiori informazioni: A.I.N.A. (Associazione italiana di neuro-auricoloterapia): e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

    

 

Versione integrale di articolo scritto con  la collaborazione del giornalista Emilio De Paoli per settimanale “Intimità”, pubblicato martedì 14 febbraio 2012.m